Breve intervista a me stesso - Chi sei?
- Non mi risulta di averle detto che può darmi del “tu”…pensi che do del “voi” perfino a mio padre. Va bèh, facciamo così: diamoci del “tu” per quest’intervista, poi si vedrà.
- A cosa stai pensando in questo momento?
- Dunque…(driiin driiiiiin) No, non ti preoccupare, non rispondo al telefono…guardo solo chi è e lo metto silenzioso. Dicevamo? Ah sì, a cosa sto pensando? A cosa stai pensando tu di me ma…congelati, non è come pensi tu!
- Credi in te stesso?
- Devo perché non c’è nessuno che può farlo per me. E per arrivare fin qui è stato più che necessario, fondamentale.
- Da cosa fuggi?
- Non fuggo, emigro. Sono emigrato dalla Calabria, fuggo solo da quelli come te, ché mi fanno perdere tempo.
- L’ultima lettera che hai scritto…
- L’altro giorno, ad un Politico. Non mi ha risposto ma mi aspetto che lo faccia; d’altra parte se è coerente come dice e amante della legalità non può sottrarsi.
- Parlami di te…
- Così, a crudo?! Inizia con il leggere i miei libri…poi ne riparliamo!
- Se fossi un fiore…
- Sarei uno…all’occhiello…
- Tre aggettivi per descriverti
- Diretto, indipendente, (in)sensibile.
- Qual è la tua filosofia di vita?
- Non rimando mai a domani quello che devo fare oggi e che avrei potuto fare ieri.
- A chi devi dire grazie?
- A me stesso.
- Sei geloso?
- Io geloso?! Noooooo. Se qualcuno si avvicina alla mia donna semplicemente gli spezzo le gambe. Ma…senza rancore.
- Cosa non sopporti?
- E dai che lo sai…annacati!
- Di chi ti fidi?
- Mi fido di alcune persone che se lo sono guadagnate sul campo ma difficilmente mi affido.
- Cosa ti emoziona?
- Suonare il mio flauto, scrivere i miei libri, volare e…
- Sei felice?
- No, ma sono contento.
- Dici vero?
- Dico vero.
- Un’ultima domanda…dunque…fattela da solo!
- Ma il tarlo e la tarla sono mai saliti sull’arca di Noè?
|